La Natura del Bene e del Male, e la Ragione

La natura del bene e del male

 

Shaykh `Abd al-Wahhab Khallaf

Traduzione parziale da: http://qa.sunnipath.com/issue_view.asp?HD=1&ID=2573&CATE=17 

La posizione dell’Islam sunnita è che il bene ed il male non sono determinati [come tali] dalla ragione, ma solo dalla rivelazione, e perciò conosciuti solamente per mezzo della Shari`ah.

Il ruolo della mente umana non è quello di determinare cosa sia buono o cattivo, o giusto o sbagliato, ma piuttosto è quello di comprendere e implementare i precetti di Allah l’Altissimo, come contenuti nella Shari`ah del Profeta (Pace e Benedizioni su di lui)

Ciò è stato spiegato dal grande sapiente egiziano del Novecento, esperto nella scienza della metodologia legale (usul al-fiqh), Shaykh Abd al-Wahhab Khallaf, come tradotto da Shaykh Nuh Keller nel suo “Reliance of the Traveller”:

“a1.0 LA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE

a1.1 (Abd al-Wahhab Khallaf:) Non vi è disaccordo tra i sapienti dei Musulmani che la fonte delle regole legali per tutte le azioni delle persone moralmente responsabili è Allah il Più Glorioso.

a1.2 Sorge la questione: E’ possibile per la sola mente, senza l’aiuto dei Messaggeri di Allah e delle scritture rivelate, conoscere i precetti, in modo tale che una persona non raggiunta dalla predicazione di un Profeta sia capace -tramite la sua stessa ragione- di conoscere le regole di Allah a riguardo delle sue azioni? O questo è impossibile?

a1.3 La posizione degli Ash`ariti, i seguaci di Abul Hasan Ash`ari [che costituiscono una delle due/tre scuole di `Aqidah di Ahl as-Sunnah, NdT], è che la mente non è in grado di conoscere le regole di Allah riguardo gli atti delle persone moralmente responsabili, se non per il tramite dei Suoi messaggeri e dei libri ispirati.

[Ciò] perchè le menti [degli uomini] sono in ovvio disaccordo riguardo alle azioni. Alcuni trovano certi atti buoni, altri li considerano cattivi. Inoltre, una stessa persona può avere due idee riguardo la stessa materia. Il capriccio spesso la vince sull’intelletto, e considerare qualcosa come buono o cattivo finisce per basarsi sul mero capriccio. Perciò non si può dire che un’azione che la mente giudica buona sia per questo buona agli occhi di Allah, o che la sua esecuzione sia voluta e ricompensata da Allah; o che qualunque cosa la ragione ritenga sia cattiva sia per ciò stesso cattiva agli occhi di Allah, o che l’astensione da essa sia voluta da Allah, e la sua esecuzione da Lui punita.

a1.4 La premessa basilare di questa scuola di pensiero è che il bene delle azioni delle persona moralmente responsabili è ciò che il Legislatore (ovvero Allah) ha indicato sia buono o permesso o abbia chiesto sia fatto. E il male è ciò che il Legislatore ha indicato sia male chiedendoci di non farlo. Il bene non è ciò che la ragione considera “bene”, né il male è ciò che la ragione considera “male”. La misura del bene e del male, secondo questa scuola, è la Legge sacra, non la ragione (dis:W3).

a1.5 Secondo questa scuola, una persona non è moralmente obbligata da Allah a fare o a non fare qualcosa senza che l’invito di un Profeta e senza ciò che Allah ha legiferato li abbia raggiunti. Nessuno è ricompensato per il fatto di fare qualcosa o punito per non aver fatto o aver fatto qualcosa, finché egli non conosce per mezzo dei Messaggeri di Allah ciò che è obbligato a fare e ciò da cui è obbligato astenersi.

(…)”
(`Ilm usul al-fiqh (y71) 96-98 )

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