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Posts Tagged ‘Maulana Ashraf `Ali Thanwi’

Salvaguardare la Lingua

Salvaguardare la lingua

 

di Maulana Ashraf ‘Ali Thanwi (Rahmatullahi ‘alayhi)

Versione inglese pubblicata da Madrasah Arabia Islamia – Azaadville, South Africa. 
Tradotto in italiani a partire dalla traduzione in inglese di Mawlana M. Mahomedy

 

1. Non parlare senza pensare. Una volta che hai riflettuto su ciò che vuoi dire e sei convinto che ciò non sarà mal recepito, solo allora parla.

2. E’ peccato rivolgersi ad una persona o parlare di lui nei seguenti termini: “non ha Iman”, “possa la punizione, la maledizione o l’ira di Allah cadere su di lui”, “possa entrare all’inferno”, erc. E’ peccato parlare in tale maniera, a prescindere che ci si riferisca ad un essere umano o ad un animale. Se la persona cui ci si è rivolti in tal modo non merita tali commenti, allora tutte quelle maledizioni si ritorceranno sulla persona che le ha pronunciate.

(…)

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Non Disprezzate i Peccatori

7 dicembre 2011 Lascia un commento

Non disprezzate i peccatori

 

Di: Mufti Muhammad Taqi Usmani

Tradotto (in inglese) da Shaykh Yusuf Laher

Da: http://www.deoband.org/2009/10/general/guidance/do-not-despise-the-sinners/

Tradotto in italiano da Linda Lindt

 

Il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace) ha detto: “Colui che deride e ridicolizza un suo fratello Musulmano per un peccato (commesso) del quale si è pentito, non morirà finché lui stesso non commetterà quello stesso peccato”. Ad esempio, si viene a sapere che una certa persona ha commesso o è stata coinvolta in un particolare peccato e si sa anche che questa persona si è pentita di ciò. Pensare male di lui, deriderlo o ridicolizzarlo per quel peccato, dicendo qualcosa del tipo: “Tu sei quello che era coinvolto in certe azioni malvage”, costituisce di per sé un peccato.

Tramite il pentimento una persona ha corretto il suo rapporto con Allah l’Altissimo. Tramite il pentimento non solo il peccato è stato perdonato, ma è stato anche cancellato dal registro delle sue azioni! Allah l’Altissimo l’ha cancellato dal suo libro delle azioni ma tu, a causa di quel peccato, pensi male di lui e lo tratti con disprezzo. Lo stai deridendo e ridicolizzando. Quest’azione è assolutamente disprezzata da Allah l’Altissimo.

Questo per quanto riguarda una persona che tu sai che si è pentita. Se non sai se si è pentito o no, allora c’è sempre la possibilità che lui, essendo un mu’min (credente), si sia pentito o che si pentirà in futuro. Perciò, se qualcuno ha commesso un peccato e tu non sai se si sia pentito o no, non hai comunque il diritto di considerarlo con disdegno. È possibile che si sia pentito. Ricorda! L’avversione deve essere per il peccato e non per il peccatore. L’odio deve essere per i peccati. Il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace) non ci ha insegnato di disprezzare quelli che peccano.

Semmai, il peccatore è degno di pietà e compassione, perché questa persona in difficolta è stata afflitta da una malattia. Se una persona è colta da una malattia fisica, provi orrore per la sua malattia o per la persona malata? La persona malata diventa forse il bersaglio del tuo odio? Ovviamente, la persona malata non merita il tuo odio. Sì, disprezza la malattia. Preoccupati di allontanare la sua malattia, quindi fai du`a’. Il malato non deve essere preso di mira con odio. Egli dovrebbe essere compatito per il motivo che questa povera persona è colta in difficoltà.

Se qualcuno è un Kafir (miscredente), allora disprezza il suo Kufr (miscredenza), ma non disprezzare lui. Fai du`a’ per lui, che Allah l’Altissimo gli conceda la guida. Amin. Quanto (a lungo) i Kuffar (i miscredenti) perseguitarono il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace)? Gli scagliarono contro frecce, lo colpirono con pietre, e il suo corpo sanguinò in vari punti, ma le parole che fluirono dalla sua bocca erano le seguenti: “O Allah! Concedi alla mia gente la guida, perché loro non conoscono la realtà (di questo Din)”.

Prendi nota che lui non disprezzò loro a causa del loro Kufr, Shirk (l’associare partner ad Allah), oppressione e trasgressioni. Piuttosto, mentre esprimeva pietà e affetto, egli fece du`a’ per loro, dicendo: “O Allah! Questa gente è ignorante. Sono inconsapevoli della realtà; per questo mi trattano in questo modo. O Allah! Concedi a loro la guida”.

Perciò, quando vedi qualcuno coinvolto in un peccato, abbi pietà di lui e fai du`a’ per lui e cerca di allontanarlo dal peccato. Dagli dei consigli e raccomandazioni ma non pensare male di lui. Forse Allah accetterà il suo pentimento e (lui) ti potrebbe sorpassare agli occhi di Allah.

Ho sentito i seguenti consigli di Hakim al-Ummah Mawlana Ashraf `Ali Thanawi dal mio rispettabile padre, Mufti Muhammad Shafi` e da `Arif Billah Dr. Abdul Hayy `Arifi (che Allah abbia Misericordia di loro): “Considero ogni attuale Musulmano e ogni non-Musulmano, per quanto riguarda il futuro, come superiore a me”.

“Per quanto riguarda il futuro” significa che anche se la persona è attualmente nella condizione del Kufr, forse Allah l’Altissimo gli concederà il Tawfiq (la guida, l’opportunità) di pentirsi, ed egli potrebbe liberarsi dal peso del Kufr. Quindi, Allah l’Altissimo potrebbe innalzare il suo stato talmente in alto da sorpassare me!

“Ogni attuale Musulmano” significa quella persona che è Musulmana, una persona di iman (vera fede), qualcuno a cui Allah l’Altissimo ha concesso l’abbondanza dell’iman. Che cosa ne potrei sapere io riguardo alla sua connessione con o riguardo al suo stato presso Allah l’Altissimo? Il legame di ogni persona con Allah è unico. Come potremmo giudicare qualcuno? Per questo, considero ogni Musulmano essere migliore di me.

In questa dichiarazione di Hakim al-Ummah: “considero ogni Musulmano essere migliore di me”, ovviamente non vi è alcuna possibilità di menzogne o inganni, o che l’abbia detto per ‘cortesia morale’. L’ha detto perché lo pensava veramente. Comunque, pensare male di qualcuno, anche se a causa dei peccati da lui commessi, non è permesso.

Questa malattia di giudicare gli altri con sdegno si riscontra soprattutto nelle persone che si sono riformate e che si sono redirette verso il Din (Islam). Essi prima non si interessavano al Din, ma ora sono cambiati e sono diventati costanti nella Salah e nel digiuno. Hanno sistemato il loro abbigliamento ed il loro aspetto in conformità con la Shari`ah. Hanno cominciato a frequentare il masjid e sono diventati regolari nell’esecuzione della Salah in congregazione [1]. Satana tenta tale persona con questo pensiero che: “Ora ti trovi sulla retta via; la  gente che è coinvolta nel peccato è rovinata”. Il risultato di questo pensiero è che egli comincia a pensare male di loro e li tratta con disprezzo. Egli ora comincia a criticarli in un modo offensivo. Questo risulta nel fatto che Satana li coinvolge in vanità, stima di sé stessi ed arroganza. Quando una persona soffre di autostima ed arroganza, tutte le sue buone azioni sono distrutte.

Quando l’attenzione di una persona ricade su sé stesso, (sul fatto) che egli è pio e che gli altri sono malvagi, allora egli è colto in vanità ed orgoglio. La vanità rende inutili le buone azioni. È accettata soltanto quell’azione compiuta con sincerità, unicamente per Allah l’Altissimo. Dopo aver eseguito (una determinata) azione, si fa shukr (ringraziare) ad Allah l’Altissimo che ci ha concesso il tawfiq per eseguire quest’azione (“se Egli non mi avesse concesso il tawfiq, non sarei mai stati in grado di compiere quest’azione”).

Perciò, non trattare nessuno con disprezzo. Non pensare male di alcun non Musulmano o di alcun peccatore.

Si menziona in un hadith che quando si vede una persona colpita da una qualche malattia, bisogna recitare il seguente du`a’:

اَلْحَمْدُ للهِ الَّذِىْ عَافَانِىْ مِمَّا ابْتَلاَكَ بِه وَ فَضَّلَنِىْ عَلَى كَثِيْرٍ مِّمَّنْ خَلَقَ تِفْضِيْلاً

“Tutte le lodi spettano ad Allah, il quale mi ha concesso la salvezza da quello con cui Lui ti ha afflitto, e mi ha concesso il benessere tra molte tra le creature”. (Al-Hisn al-Hasin, p.349).

È sunnah recitare questo du`a’ quando si vede una persona afflitta. Il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace) ci ha insegnato questo (Nota: si deve recitare in silenzio, in modo che la persona travagliata non si offenda).

Shaykh Dr. Abdul Hayy `Arifi (che Allah abbia misericordia di lui) era solito dire: “Ogni volta che passo da un ospedale, in tal caso, lode ad Allah, recito sempre questo du`a’”. Egli faceva anche du`a’ che Allah concedesse buona saluta ai malati.

Uno dei miei insegnanti diceva che il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace) ci ha insegnato di recitare questo du`a’ quando si vede una persona malata, ma io lo recito anche quando vedo qualcuno coinvolto in un peccato. A volte, quando cammino per strada, vedo le persone in fila al cinema per comprare i biglietti, allora, vedendoli, recito questo du`a’. Poi faccio shukr ad Allah l’Altissimo che mi ha salvato da questo peccato.

Il motivo per recitare questo du`a’ quando si vede una persona coinvolta in un peccato è che così come una persona malata nel fisico è degna di pietà, così anche il peccatore è meritevole di pietà e compassione, poiché anche lui è colto in una situazione difficile. Fai anche du`a’ per lui, così: “O Allah! Allontana questa difficoltà da lui”.

Bisogna sapere che coloro che attualmente sono coinvolti in un peccato e che tu consideri inferiori e degni di scherno, in futuro potrebbero ricevere il tawfiq del pentimento e sorpassarti! Quindi per quale motivo ti stai vantando? Se ti è stato concesso il tawfiq di astensione dal peccato, allora fai shukr ad Allah l’Altissimo. Se essi non hanno ancora ricevuto il tawfiq, allora fai du`a’ per loro che Allah l’Altissimo conceda loro la guida e conceda loro la liberazione dalle loro sofferenze. Amin.

Comunque, aborrisci il kufr, disprezza il peccato e la trasgressione, ma non disprezzare la persona. Infatti, dovresti trattarla con amore e gentilezza. Quando parli con lui, parla con delicatezza e affetto. Parla con sentimento e amore in modo che ciò possa avere un buon effetto su di lui. Questo è sempre stato il metodo di tutti i nostri pii maestri.

Ho sentito questa storia di Hadrat Junayd al-Baghdadi (che Allah abbia misericordia su di lui) dal mio rispettabile padre Mufti Muhammad Shafi` (che Allah abbia Misericordia su di lui): Mentre passava per un determinato luogo, Hadrat Junayd vide una persona appesa alla forca, le cui mani ed una gamba le erano state amputate. Egli chiese informazioni alla gente sul conto di questa persona. La gente lo informò che questa persona era un ladro incallito. La mano gli fu tagliata quando fu preso per la prima volta. La gamba fu tagliata quando fu preso per la seconda volta. Ora, alla terza occasione, egli è stato impiccato. Hadrat Junayd andò davanti (a lui) e baciò il piede dell’uomo morto. La gente gli chiese; “Quest’uomo era un tale grande ladro incallito, e tu hai baciato il suo piede?”. Lui rispose: “Sebbene abbia commesso un peccato ed un crimine così grande per il quale è stato punito, egli aveva però una qualità meravigliosa, e questa (qualità) è la costanza (istiqamah). Anche se ha usato questa qualità in un modo sbagliato, tuttavia, egli era rimasto costante nella maniera dell’occupazione da lui scelta. La sua mano gli fu amputata ma lui non abbandonò mai la sua scelta. La sua gamba gli fu amputata ma lui rimase ancora costante nel rubare. L’altra sua mano gli venne amputata e lui ancora una volta non rinunciò alla sua occupazione. Rimase costante nel rubare finché alla fine non gli è stata tolta la vita. Ora è evidente che egli aveva la qualità della costanza in lui e io gli ho baciato il piede per questa (sua) qualità.” Che Allah l’Altissimo ci conceda questa qualità nella nostra adorazione ed e obbedienza a Lui. Amin.

Comunque, i pii servitori di Allah non disprezzano la gente ma detestano i mali da loro perpetrati. Essi (i pii) arrivano al punto di dire che se una persona malvagia ha una qualche buona qualità in lui, allora si dovrebbe sforzare in queste qualità. Preoccupati di cercare di rimuovere le cattive qualità da una persona parlandogli con amore e affetto. Parla solo con lui e non parlare agli atri di lui.

In un hadith viene riportato: “Un credente (mu’min) è lo specchio di un altro credente”. (Abu Dawud). Se una persona ha un brufolo sul viso e sta di fronte allo specchio, lo specchio rifletterà il brufolo (che si trova) nel suo viso. Lo specchio gli sta mostrando il suo difetto. Allo stesso modo, un credente è ugualmente uno specchio per un altro credente. Quando un credente ne vede un altro con un difetto, lo dovrebbe informare con amore e affetto (dicendo) che “hai una certa debolezza, (quindi) rimuovila”.

È proprio come quando una persona ha un verme o qualche insetto che cammina lentamente su di lui, allora per la preoccupazione lo informi che c’è un insetto su di lui e quindi (gli dici): “toglilo”. Analogamente, se un fratello Musulmano ha in lui un difetto relativo al Din, allora, con amore e affetto, informalo che ha questo difetto in lui, perché un credente è lo specchio di un altro credente.

Mawlana Ashraf `Ali Thanawi ha detto che questo hadith ci insegna che quando vediamo un difetto in un’altra persona, allora bisogna informare solo la persona che ha questo difetto, e non dirlo agli altri. Il Messaggero di Allah (Allah lo benedica e gli dia pace) ha paragonato il credente ad uno specchio. Lo specchio espone il brufolo sul viso solamente alla persona che si trova di fronte, e non agli altri. Perciò, il dovere di un credente è (quello) di informare la persona in questione che egli ha una certa debolezza in lui, e non (quello) di informare gli altri della sua debolezza. Se una persona lo dice anche agli altri, allora questo implica che ha agito in base ai suoi stessi desideri malvagi, e questo non sarà più un atto del Din. Se egli invece informa e consiglia con amore e interessa solamente la persona coinvolta, allora questo è (quello) che l’iman (la vera fede) e la fratellanza richiede. Ma disprezzarlo e pensare male di lui non è consentito in alcuna circostanza.

Che Allah l’Altissimo ci conceda la comprensione e la guida per mettere in pratica (tutto) questo. Amin.

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Nota:

  1. Ovviamente non è sempre questo il caso. Ci sono anche quelli tra i riformati che non sono così. Ci sono anche coloro che sono sempre stati costanti nel loro Din ma che soffrono di questa malattia. Il rispettabile autore sta dicendo che questa malattia si trova maggiormente in tali persone, ma non unicamente. (il Traduttore -inglese-).

Il tawādu῾ (l’Umiltà) e l’Adab (Galateo) di ῾Ālamgīr*

17 novembre 2011 Lascia un commento

Il Tawādu῾ (l’Umiltà) e l’Adab (Galateo) di ῾Ālamgīr*

 

Di: Maulana Abuhajira Bin Abdul Hamid

Da: http://qafila.wordpress.com/2011/10/31/%e1%bf%bealamgir%e2%80%99s-tawadu%e1%bf%be-humility-and-adab-etiquette/

Tradotto da: Linda Lindt

 

Maulāna menziona che ῾Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh era solito trascrivere copie del Qur’an con le sue stesse mani.

Una volta una persona lo vide (scrivere) e disse che una determinata lettera era [stata trascritta] sbagliata.

῾Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh, cambiò la lettera anche se quella persona era nel torto, e (dato che la correzione era errata) strappò poi quella pagina e la riscrisse correttamente una volta che (quella) persona se ne andò.

Qualcuno chiese: “ Perché l’hai scritto scorrettamente invece di usare una scusa”?

Egli rispose, “Agendo in questo modo lo avrei scoraggiato dal correggere gli sbagli [che vede in me] e non voglio ridurre il numero dei miei Muslihīn (quelli che mi correggono)”.

 

Maulāna accenna anche che da [Fatawa] ῾Ālamgīrī ** capiamo che Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh era un uomo di conoscenza interiore, altrimenti un profano (nel campo della gnosi) non ragiona in questa maniera.

 

Nell’ultima parte della sua vita egli fece un lascito chiedendo che “il mio sudario deve essere acquistato dai miei guadagni acquisiti dall’artiginato, malgrado il fatto che io abbia anche un po’ di guadagni dallo scrivere il Qur’an e che gli ῾ulamā’ hanno dato il permesso di usare anche un tale guadagno, ma apparentemente sembra (che sia) come guadagnare dal Qur’an stesso. Perciò, non voglio incontrare Allah Ta῾āla in un sudario sul quale ci sono dei dubbi” ***.

Maulāna riferisce poi che Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh aveva un assistente personale, il cui nome era Muhammad Qalī. Una volta Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh lo chiamò con il suo nome “Qalī”. Egli si precipitò subito (da lui) e prese dell’acqua per Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh. Allora Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh eseguì il wudū’. Un’altra persona che era là presente rimase scioccata di fronte a tutto questo, dato che Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh non aveva richiesto dell’ acqua, né era il tempo per il wudū’. Quindi come fece il servo a capire che Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh voleva dell’acqua per il wudū’?

Alla fine, egli chiese a Muhammad Qalī come fece a capire il bisogno del re.

Muhammad Qalī rispose “il mio nome per intero è Muhammad Qalī, e il re mi ha sempre chiamato con il mio nome completo. Oggi quando ha saltato il mio primo nome “Muhammad” ho capito che il re non era in (stato di) wudū’, e quindi per onore e rispetto egli  non ha pronunciato il nome “Muhammad”.

SubhānAllah! L’adab di ῾Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh e la comprensione di questo servitore sono entrambe incredibili.

 

Malfuzāt Hakīmul Ummat Vol. 26 Pg. 138

 

Note:

*῾Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh era il re Mughal conosciuto come Aurangzeb.

** Nota anche come Fatāwa Hindiyyah.

*** ῾Ālamgīr rahmatullāhi ῾alayh era solito guadagnare soldi anche trascrivendo copie del Qur’an.

La Cautela nel Dare Consigli: Maulana Ashraf `Ali Thanwi (ra) ed un Capostazione

19 ottobre 2011 Lascia un commento

“Maulana Ashraf `Ali Thanwi (rahimahullah) un giorno vide in una stazione ferroviaria in India un capostazione che aveva i pantaloni che scendavano giù oltre le caviglie[1]; Maulana Thanwi (rahimahullah) gli disse che ciò andava contro la Shari`ah, e che doveva alzare/risvoltare i pantaloni [fin sopra le caviglie], ma quella persona si infuriò e disse (na`udhubullah) “Mawlana, all’inferno la Shari`ah, non lo farò!“.

Allora lo Shaykh (rahimahullah) disse: “Da oggi, a meno che non sia certo che la persona cui dò un consiglio vi presterà ascolto e lo seguirà, non darò consigli a nessuno. Prima, questa persona era “solo” un fasiq[2] per via del suo non rispettare questa regola, ma adesso è un kafir![3]”.

Note:
[1] E’ proibito agli uomini Musulmani lasciar scendere i propri pantaloni/izaar/lungi/qamis/jallabiyyah fin sotto le caviglie: è necessario che tutti i propri vestiti restino al di sopra delle caviglie (ciò non riguarda comunque l’abbigliamento che copra le caviglie dal basso, come calze, anfibi, etc.), e non solo durante la Salah, ma anche al di fuori di essa; si veda pure: L’Obbligo di tenere i pantaloni sollevati al di sopra delle caviglie.
[2] Fasiq: Aperto peccatore, ribelle; è il Musulmano che compie pubblicamente un peccato.
[3] Kafir: Miscredente; l’orribile affermazione di quella persona lo ha posto immediatamente al di fuori dell’Islam; si veda pure: Disprezzare una Regola della Shari`ah od una Sunnah è Kufr.